E’ evidente che i due progetti sono confliggenti, infatti lo stato dovrebbe occupare pesantemente uno spazio oggi libero, coperto dalla professione forense che si afferma voler liberalizzare.
Forse la bandiera delle cd. liberalizzazioni viene sventolata per nascondere quella del dirigismo e dello statalismo.
A conclusione di un convegno organizzato da Magistratura Democratica ed Associazione Antigone, tenuto a Roma presso
“Istituzionalizzare i servizi della difesa – scrive Italia Oggi - significa prevedere un pubblico ministero della difesa che, sulla base di una medesima cultura giuridica ( n.d.r. dell’accusa ? e della colpevolezza a tutti i costi ?) si ponga sullo stesso piano simbolico ed effettivo del pubblico ministero dell’accusa”. Si riporta anche l’esperienza dell’Argentina dove circa il 90% dei processi penali vede impegnati nella difesa degli imputati il ‘difensore pubblico”.
Ognuno può valutate se tutto questo è la liberalizzazione della professione forense, oppure è l'annullamemto del libero avvocato.
Il tema è assai delicato ed è sconcertante che sia stato buttato sul “mercato” delle strategie e teorie politiche in sordina, pericolosamente in sordina, in assenza di dibattito, ma ai massimi livelli istituzionali, tanto da essere espressione del pensiero di un sottosegretario alla Giustizia, già sottosegretario all’Interno nel dicastero D’Alema.
LIBERO FORO IN LIBERO STATO.
IL NOSTRO MOTTO DIVENTA SEMPRE PIÙ ATTUALE.
Un po’ di memoria storica per ricordare che nei tribunali del popolo nella Germania nazista (Volksgerichtshof) ed in quelli sovietici, la difesa dell’imputato era limitata o addirittura non era ammessa.
Un tema da approfondire